A poco più di un anno di distanza dalla vigenza della Legge n. 219/2017, una prima ricognizione della prassi adottata dai Comuni per la gestione delle DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) rivela diversi comportamenti, alcuni perfettamente in linea con la previsione normativa e la Circolare esplicativa del Ministero dell'Interno n. 1/2018, altri integrati di modalità verosimilmente discutibili. E' il caso della consegna delle DAT all'ufficiale dello stato civile in 'busta chiusa'. E' corretta tale procedura? O forse rappresenta un eccesso di zelo potenzialmente pericoloso per l'ufficiale dello stato civile che, inoltre, non garantisce l'esecuzione della volontà testamentaria del disponente?
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